Un frigo che parla a colpi di ticchettii, ronzii o scoppiettii può mettere in allerta. Ma molti suoni raccontano solo la sua routine. Altri, invece, chiedono attenzione: capirli ti fa risparmiare tempo, cibo ed energia.
Quando il frigorifero cambia voce, la cucina si fa silenziosa. Ci si ferma ad ascoltare. È normale. Alcuni rumori sono fisiologici: gorgoglii del refrigerante, piccoli crepitii in fase di sbrinamento, click dei relè all’avvio. Secondo il database europeo EPREL, molti apparecchi dichiarano 35–42 dB(A): un livello simile a una conversazione sommessa. Se percepisci suoni oltre questa soglia, continui, o nuovi rispetto al passato, ha senso indagare.
Una nota pratica: elimina per prima cosa le vibrazioni “domestiche”. Bottiglie che battono tra loro, ripiani non stabili, elettrodomestico non in bolla. Un quarto di giro ai piedini e un po’ di ordine spesso zittiscono il 20% dei casi (stima basata su assistenze di campo condivise dai tecnici con cui collaboro).
La ventola dell’evaporatore (dentro) o quella del condensatore (dietro/sotto) può produrre un ronzio metallico o un fruscio irregolare. Spesso sfiora il ghiaccio o la polvere.
Cosa fare:
Un compressore sano emette un ronzio uniforme. Se senti colpi secchi all’accensione, vibrazioni forti o un ronzio che aumenta nel tempo, verifica prima l’installazione.
Cosa fare:
Brina spessa o ghiaccio che tocca la ventola genera stridii e sfregamenti. Uno scarico di sbrinamento ostruito produce gorgoglii e gluglugli prolungati.
Cosa fare:
Dati e fonti utili: EPREL (prestazioni e rumore dichiarato), manuali d’uso del marchio, linee guida AHAM e norme EN/IEC su misura del rumore. Dove non esistono dati modello-specifici, affidati alle tolleranze del costruttore; evitare diagnosi “a orecchio” sul circuito chiuso è una regola che i tecnici ripetono da sempre.
Un’ultima immagine: la cucina di notte, il frigo che respira piano. Se cambia respiro, ora sai che fare. Tu che suono senti, stanotte? Una storia di gelo, di polvere o solo di tempo che passa?